Con la catastrofe funzionale di ieri a Fiumicino, secondo le notizie di stampa conseguente a un incendio sviluppatosi per motivi banali da un quadro elettrico, il sistema aeroportuale romano ha dimostrato ancora una volta di essere un sistema di aeroporti di carta. Vecchi e mal costruiti.

Com’è possibile infatti che un incidente così banale distrugga una parte consistente dell’aeroporto più importante e moderno del Paese, fino a costringerlo alla chiusura totale per molte ore? Dove sono i sistemi antincendio adeguati che sono obbligatori anche per una semplice questione di antifortunistica e che avrebbero dovuto estinguere immediatamente l’incendio? Che cosa sarebbe successo se l’incendio invece che di notte si fosse sviluppato con il terminal in piena attività e pieno di gente? Dov’è l’opera di vigilanza che l’Enac dovrebbe garantire sugli aeroporti, la loro costruzione e la loro gestione?
Il secondo aeroporto romano, il “G.B. Pastine” di Ciampino, nato nel 1916 come base per dirigibili solo 12 anni dopo il primo volo del primo aeroplano della storia, è invece un rudere dei primissimi anni della storia aeronautica, dotato di una sola pista, lunga la metà di quello che servirebbe oggi per un aeroporto del genere. Nato addosso al preesistente impianto della città di Ciampino (fondata nel 1910) è “chiuso” tra la città di Ciampino da un lato e Marino, con l’Appia Antica e il suo Parco, dall’altro, ha la collina di Castelgandolfo nella direzione di decollo e la città di Roma e il Raccordo Anulare nella direzione di atterraggio. I palazzi della città di Ciampino, che era lì prima della nascita dell’aeroporto, si trovano a 150 metri dalla pista e l’Appia Antica, che è lì da 2000 anni, si trova a poche centinaia di metri dall’altro lato.
L’aeroporto di Ciampino produce già oggi un inquinamento fuori dalle norme di legge, è privo di qualsiasi possibilità di sviluppo ed è estremamente pericoloso, in caso di incidente, per la sua collocazione in mezzo ad un fittissimo tessuto urbano dove vivono centinaia di migliaia di persone.
Un aeroporto quello di Ciampino che potrebbe essere sicuro al massimo per far volare piccoli aerei e invece è il nono aeroporto del Paese.
La fragilità e l’insicurezza dimostrata in questa occasione dal sistema aeroportuale romano e da chi dovrebbe garantirne la progettazione, il controllo e lo sviluppo, (prima di tutti l’Enac) è tale che si dovrebbe mettere in discussione la possibilità di farci affidamento per qualsiasi grande evento a Roma.
E’ ora che le Istituzioni riprendano la piena e diretta responsabilità sul sistema degli aeroporti, a cominciare da quello romano, per garantire al Paese certezze di funzionamento, di sicurezza e di legalità.

Il portavoce del Comitato, Roberto Barcaroli
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