Riceviamo dai lavoratori del Centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica  che opera nel distretto Ciampino Marino, centro molto apprezzato da tanta parte della popolazione che lo dovuto per ragioni di salute frequentare, un disperato comunicato che mette in evidenza quanto la sanità nel Lazio sia messa a dura prova. Ecco il testo del Comunicato.

“Sembrava fossimo a un passo dal traguardo e invece, come in un perfido gioco da tavola, siamo tornati alla casella iniziale. Fin dai primi passi della mobilitazione, infatti, abbiamo chiarito i nostri obiettivi irrinunciabili: la retribuzione per il lavoro svolto e mai pagato nell’ultimo anno e mezzo; il salvataggio di un servizio sanitario essenziale, come quello garantito da Ce.Fi. (centro di riabilitazione neuromotoria e logopedica) nel territorio di Ciampino e non solo; la continuità del lavoro e delle collaborazioni. Dopo diversi colpi di scena, siamo costretti a riprendere la lotta, perché i nostri diritti rischiano di essere calpestati.

 

Ricostruiamo più nel dettaglio. Al seguito delle mobilitazioni degli scorsi 14 aprile e 23 giugno, la Regione Lazio, nello specifico i consiglieri Bonafoni e Lupi, e il Comune di Ciampino, nella figura del sindaco Terzulli, si sono impegnati a risolvere i problemi da noi presentati. Per quanto, infatti, il disastro economico sia stato e sia in primo luogo di Ce.Fi. e della sua mala gestione, il servizio sanitario da Ce.Fi. offerto – grazie alle nostre fatiche, lavoratrici/lavoratori dipendenti e collaboratrici/collaboratori con partita Iva – ha avuto come committente la Regione e come risorse quelle pubbliche: uno dei tanti centri sanitari privati-convenzionati che ormai articolano la sanità pubblica nella Regione Lazio. Doveroso, dunque, che sia l’amministrazione pubblica a farsi carico di un problema che riguarda allo stesso tempo il lavoro e gli utenti/pazienti.

 

Prima della pausa estiva, un nuovo soggetto, il Consorzio Valcomino, Consorzio di cooperative già attivo nel comune di Ciampino e nella Regione Lazio, si è detto interessato a dare continuità a Ce.Fi. Nel “passaggio di testimone”, ancora incompleto (per quanto ne sappiamo), tra la vecchia e la nuova proprietà, sono tante, anzi troppe, le incertezze riguardo al saldo delle retribuzioni pregresse, così come al futuro lavorativo di tutte/tutti noi. Per questo, a fine settembre, abbiamo richiesto e poi ottenuto un tavolo con l’assessorato al Lavoro, la Cabina di regia della Sanità, il Consorzio Valcomino, tavolo al quale proprio il Consorzio, già refrattario a trovare una soluzione soddisfacente relativa al pregresso, non ha partecipato. Da allora, venerdì 3 ottobre, più nulla è successo e questa paralisi non può che preoccuparci.

Andiamo al cuore del problema: senza un accordo relativo al pregresso, cioè alla retribuzione del lavoro svolto e non pagato, semplicemente non c’è alcun accordo e i diritti di lavoratrici e lavoratori saranno stati calpestati!

Con la chiarezza di queste parole, abbiamo deciso di tornare a mobilitarci. Saremo in presidio sotto la sede della Giunta della Regione Lazio, in piazza Oderico da Pordenone, il giorno 18 novembre, a partire dalle ore 10. Pretendiamo che il governatore Zingaretti, la Giunta tutta e gli assessorati competenti ci ascoltino, perché la fatica di chi lavora e garantisce servizi sanitari essenziali deve essere rispettata. In nome dell’abbattimento dei costi del welfare non si può consentire alle società appaltatrici di violare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Di tutto questo, se non cambia rotta, la Regione Lazio è responsabile. Ci stiamo battendo per noi, ma ci battiamo per tutte e tutti e non ci fermeremo.”

Lavoratrici e lavoratori Ce.Fi.

CLAP (Camere del Lavoro Autonomo e Precario)

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