Quesito –  Perché persone capaci (24 consiglieri + 7 assessori + qualche dirigente) che amministrano più di 40.000 residenti trovano normale ( ci auguriamo non conveniente):
* disapplicare la legge, che impone di incrementare la raccolta differenziata per il recupero dei materiali, quali gli imballaggi (carta, cartone, plastica, alluminio, acciaio, legno) ed altre 36 tipologie di materiali?
* non promuovere e regolamentare il comportamento che i residenti debbono adottare per raggiungere gli obiettivi imposti dalla legge, tramite il regolamento comunale?
* non adeguare la funzionalità del Centro di Conferimento?
* non pubblicizzare le quantità rifiuti prodotti ed i relativi costi?
Poniamo queste domande a difesa dei residenti che con la TARSU hanno pagato, e con la TARES seguiteremo a pagare, un servizio di igiene urbana e di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani che, essendo nato ridotto, è inefficace e non corrisponde a quanto richiesto dalla legge.
Perché vedete se per un servizio ridotto noi pagassimo meno ci sarebbe una motivazione, e cioè gli amministratori non seguono la legge per farci risparmiare.
Purtroppo non è così, e i “nostri” per mantenere fede “a non si sa che cosa” sono anni che ci fanno pagare almeno 1.000.000 di euro in più a favore dei proprietari delle discariche, in quanto vige il principio che “chi più produce rifiuti, e li smaltisce in discarica, più paga”.
In preparazione del sesto convegno, che si svolge nella terza settimana di giugno a Frattocchie, utilizzando “l’accesso agli atti” (uno strumento di democrazia che risale agli anni novanta) abbiamo richiesto copia dei documenti necessari per una valutazione sia dell’efficacia del servizio, sia del rispetto qualitativo e quantitativo di quanto previsto dal capitolato con il quale il servizio stesso è stato affidato. Dai pochi documenti, al momento ricevuti, riportiamo i dati relativi al servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti urbani dell’annualità 2012, (tra parentesi, per un utile confronto, i corrispondenti valori del 2011):
a) Quantità totale rifiuti prodotta = 24.516,13 ton. (24.556,32 ton.) di cui:
a1) 19.406,20 ton, da raccolta indifferenziata nel cassonetto verde (19.108,58 ton.)
a2) 5.109,93 ton. da raccolte differenziate (5.447,74 ton.);
b) Percentuale di raccolta differenziata sul totale dei rifiuti prodotti = **20,08%** (22,18%);
c) Proventi dalla TARSU = 4.249.691 euro (3.751.582 euro).
d) Costo totale del servizio = 7.104.742 euro (6.525.348 euro);
Per comprendere concretamente l’assurdità, i costi e la illegalità della scelta impostaci dalle giunte comunali, e cioè di introdurre e mantenere sia la raccolta stradale tramite cassonetti, sia di smaltire l’umido in discarica, aumentando il peso dei rifiuti del 30 – 35% ed il costo di smaltimento, riportiamo i dati della gestione rifiuti del Comune di Ciampino ( pressoché a parità di abitanti):
a) quantità totale rifiuti = 14.718,83 ton; (5.855,17 ton di indiff. + 8.863,66 ton diff.);
b) **60,02%**; c) il dato non è noto perché a Ciampino hanno fatto il passaggio da TARSU a tariffa che viene incassata direttamente dal gestore; d) 6.094.305 euro.
Non appena i dirigenti interessati completeranno la fornitura degli atti richiesti, e cioè: * i riepilogativi mensili delle attività previste dal Capitolato e svolte dal gestore; * copia dei mandati con i relativi giustificativi; * copia del bilancio riferito al solo servizio rifiuti (nella modalità prevista dal DPR 158/1999); torneremo sulle tematiche all’interno del prossimo Convegno.
Oggi – nella speranza che il ritardo che si sta cumulando dipenda dalla scarsità di personale comunale e non dalla mancanza di qualche documento richiesto, perché in tal caso il problema cambierebbe di rilevanza poiché significherebbe che denaro pubblico viene erogato senza rendicontazione – chiediamo il passaggio alla raccolta domiciliare integrata, l’adesione all’associazione dei Comuni, che si sono imposti di azzerare entro il prossimo 2020 la quantità dei rifiuti smaltiti in discarica per: *non pagare il costo dello smaltimento; *far recuperare tutti i materiali che andrebbero in discarica; *avere più posti di lavoro e riottenere il maltolto.
portavoce dell’associazione: corrado colizza