Il Consiglio di Stato con un parere reso all’Authority per l’energia ha giudicato “in contrasto” col referendum il criterio della “adeguatezza della remunerazione dell’investimento” per determinare la tariffa. L’Authority dovrà tenerne conto per la adozione del nuovo sistema. In altre parole il Consiglio ha giudicato che le bollette dell’acqua “non sono coerenti” col quadro normativo uscito dal referendum del 12-13 giugno 2011.. Il Consiglio di Stato ricorda in sostanza che il 7% di aumento sulle bollette, legato alla remunerazione del capitale investito, è stato applicato dal 21 luglio 2011 al 31 dicembre 2011 nonostante l’esito referendario. Toccherà ora all’Autorità per l’energia decidere il criterio per rimborsare ai cittadini le cifre in più pagate e, a quanto pare, è probabile che invece del conguaglio, ci potrà essere una restituzione secca. “Abbiamo vinto, non si possono fare profitti sull’acqua.” afferma il Forum dei movimenti per l’acqua “Questa volta a darci ragione è il parere del Consiglio di Stato sulla tariffa: le bollette che i gestori consegnano ai cittadini sono illegittimamente gonfiate e non rispettano la volontà referendaria espressa da 27 milioni di persone”. Si deve ricordare che l’Autorità per l’energia “incaricata di formulare la nuova tariffa” all’indomani del Referendum, aveva chiesto un parere al Consiglio di Stato sulla remunerazione del capitale investito, ovvero il profitto garantito del 7% presente nelle bollette. La risposta ha confermato quanto precedentemente affermato dalla Corte Costituzionale: dal 21 luglio 2011, data di proclamazione della vittoria referendaria, la remunerazione del capitale investito doveva cessare di essere calcolata in bolletta. “Quanto scritto dal Consiglio di Stato” ha osservato concludendo il Forum – “delegittima le scelte che hanno guidato l’Authority nella formulazione della nuova tariffa, emessa un mese fa, in cui la remunerazione del capitale investito viene reintrodotta sotto mentite spoglie”.
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Inviato da : | Data comunicazione : 1-02-2013 |
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