(Ricevuto, pubblichiamo) ***** Egregio Direttore, ho letto il commento del cittadino Roberto Di Falco all’iniziativa promossa in data 17 ottobre scorso in tema di urbanistica dall’associazione “Insieme per cambiare” che è anche lista civica presente in Consiglio comunale con il consigliere Giuliana Iozzi, al quale incontro sono stato invitato per dare il mio personale contributo. Pur condividendo alcune perplessità del cittadino Di Falco, avrei da specificare meglio qualche aspetto delle più recenti vicende urbanistiche del ns. Comune. Pertanto Le chiedo la cortesia di ospitare il testo che segue. La ringrazio e La saluto cordialmente. Ugo Onorati. Caro Direttore e cari Lettori, vorrei commentare la lettera del cittadino Roberto Di Falco, che all’epoca dell’Amministrazione Onorati era segretario del PSI e assessore in giunta con importanti deleghe, e nello stesso tempo far conoscere ai cittadini che non avessero seguito le vicende quali furono le scelte in materia di urbanistica non solo di un sindaco, ma di un’intera maggioranza di governo di centrosinistra. Nella campagna elettorale del 2003 (vedi il programma elettorale sottoscritto da tutte le forze politiche della coalizione) promettemmo ai cittadini esattamente questo: che se il piano regolatore elaborato dalla giunta Desideri non fosse stato emendabile, l’avremmo cancellato per farne uno nuovo; se a questo fosse stato possibile apportare modifiche tali da renderlo utilizzabile l’avremmo mantenuto. La parola che utilizzai nel programma per mettere d’accordo tutte le forze politiche di una già eterogenea coalizione fu “rivisitazione” del Piano Regolatore Generale. E su quella impostazione furono tutti d’accordo. Questa scelta di non cancellare un piano regolatore e di farne uno nuovo di sana pianta era dettato anche da considerazioni pratiche: i pesanti costi che avrebbe comportato l’adozione di un nuovo strumento urbanistico e i tempi (incerti) di una sua nuova adozione, oltre ai possibili contenziosi cui si sarebbe esposto il Comune nei confronti di chi poteva già aver acquisito eventuali diritti edificatori (vedi accoglimento dei ricorsi da parte della Regione Lazio). Inoltre su parere di valevoli studiosi (urbanisti e avvocati) e di tecnici di riferimento di forze politiche presenti in maggioranza (prof. Sotgia di Rifondazione Comunista e arch. Veronesi dei Verdi, solo per citarne alcuni) si convenne che avere a disposizione uno strumento urbanistico come la nuova Variante al P.R.G. era comunque meglio, piuttosto che non averne alcuno, se si fosse buttato via il piano regolatore di Desideri. Il nuovo strumento urbanistico, entro certi limiti, era emendabile nella fase delle controdeduzioni del Comune alla Regione e gestibile negli anni successivi a favore dei cittadini. Rigettare il piano avrebbe comportato un ritorno immediato al piano di fabbricazione del 1979 con tutte le conseguenze negative sul territorio che tutti abbiamo conosciuto. Occorre rammentare, quando si parla di un sindaco, qualunque esso sia, che il capo politico e amministrativo di una città non è un dittatore dai poteri illimitati. Egli è alla testa di una coalizione politica e di una maggioranza consigliare, all’interno della quale si devono trovare punti di convergenza e di accordo per deliberare democraticamente sulle decisioni le più ampiamente condivise. Se tutti fossero d’accordo su tutto non ci sarebbe alcuna questione, nessuna tensione. La capacità politica del sindaco e della sua maggioranza sta nel saper mediare – sempre nell’interesse della collettività e senza perdere di vista il bene comune – fra le diverse scelte che si contrappongono. Per tornare al piano regolatore rammento che oltre ai tagli operati dagli uffici tecnici regionali, altre significative scelte furono operate dalla maggioranza di centrosinistra per la salvaguardia del territorio e per una edificazione controllata e rispettosa sia delle risorse disponibili, sia dei vincoli paesaggistici, sia degli standard primari e secondari (strade, illuminazione, parcheggi, verde pubblico ecc.). Cito al riguardo almeno due aspetti che il PRG Desideri lasciava aperti e che risolvemmo a favore del territorio: l’impostazione di una nuova perimetrazione dei nuclei abusivi e il riesame del rapporto fra indice abitativo e indice demografico. È chiaro che tra chi vuole tutto e chi non vuole niente c’è una via di mezzo e nessuna forza politica facente parte di una coalizione si può arrogare il diritto di imporre agli altri il suo punto di vista con la minaccia di uscire dalla maggioranza. Altresì è chiaro che un PRG è uno strumento e in quanto tale dipende da chi lo usa se sarà impiegato in un senso o in un altro. Per quanto riguarda la presente amministrazione Palozzi è evidente che ha voluto risolvere la questione della “Delibera 50” scegliendo una strada diversa da quella che io avevo proposto a politici e imprenditori e cioè la monetizzazione degli standard mancanti solo come extrema ratio, mentre al presente sta diventando un vero e proprio istituto generalizzato che comporterà disagi sempre maggiori alla collettività. E se una crescita abitativa prevista dal PRG vigente programmata nell’arco di un decennio trovasse esaurimento nel giro di qualche anno? Ne vogliamo parlare? La giornata di incontro che si è tenuta il 27 ottobre doveva servire proprio a questo, a dare risposte ai cittadini, non a fare demagogia. Chi ci è venuto lo ha potuto constatare. Ugo Onorati
Inviato da : Data comunicazione : 3-11-2007